domenica 26 novembre 2017

Bracciano: Asilo nido comunale dopo il flop cambiano le regole

Un servizio che era nato per 60 bambini e che ne ospita oggi solo 6. A Bracciano è un flop il debutto dell’asilo comunale, malgrado la struttura sia stata realizzata ad hoc con fondi regionali. La debacle è tale che nel corso del Consiglio comunale del 24 ottobre a solo 6 mesi dalla sua prima adozione si è dovuto procedere alla revisione del regolamento. Si è dato un maggiore punteggio al nucleo monogenitoriale e sono state ampliate le fasce contributi da 4 ad 8 fasce. A porre in evidenza lo scarso riscontro avuto dal nuovo asilo, a fronte di una spesa in tre anni di 143mila euro circa per l’affidamento alla cooperativa Gialla che lo gestisce, il consigliere d’opposizione Claudio Gentili. Sulla questione il sindaco Tondinelli non ha mancato di dire la sua prendendosela, come avviene spesso, con la passata amministrazione e parlando tuttavia di un errore. In replica l’assessora Alimenti si è detta soddisfatta del lavoro svolto (Sic). Oltretutto gli amministratori hanno detto che il finanziamento poi concesso dalla Regione per 500mila euro era stato chiesto dalla passata giunta. E’ quindi intervenuto il capoarea Bucefalo che ha spiegato le ragioni del ritardo tra le quali la individuazione della Commissione consiliare Servizi Sociali che avrebbe dovuto esprimere un parere consultivo, commissione definita poi dal sindaco nel corso della seduta “illegale” (al riguardo è nota la querelle sulle commissioni consultive e la loro cancellazione, fatto stigmatizzato dall’opposizione). Il nuovo regolamento se si esclude l’aumento delle fasce di reddito che certamente potranno favorire un maggiore riscontro risulta tuttavia ancora carente sotto vari punti di vista, almeno ad un confronto con la gestione di servizi analoghi in altri Comuni. Perché non è consentita la possibilità alle gestanti al settimo mese di gravidanza di presentare domanda? Perché non sono stati riservati parte dei posti disponibili ai dipendenti comunali? Perché il Regolamento non menziona i titoli che devono essere posseduti dagli educatori e non dettaglia in modo più articolato le procedure di formazione relativa. Perché non è indicato nel dettaglio il numero delle figure professionali previste in organico? Perché non è prevista la figura di un pediatra che periodicamente effettui visite e consulenze in loco? Perché non è previsto uno specifico articolo che regoli la fruibilità degli spazi esterni? Perché non sono state indicate specifiche norme che, in combinato disposto con altri regolamenti, prevedano monitoraggi ambientali riguardanti nello specifico i campi elettromagnetici, in ossequio al principio di precauzione in materia, e della qualità dell’aria? Visto come stanno le cose la Regione Lazio potrebbe in futuro decidere di dirottare fondi importanti, come quello dato per il nuovo asilo, verso Comuni che almeno sappiano dire grazie e mettere a frutto i fondi pubblici loro assegnati.

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