giovedì 9 novembre 2017

Intervista a tutto campo al Movimento Fermiamo Cupinoro

Fermiamo Cupinoro si trova oggi protagonista di una nuova battaglia contro l’ipotesi di realizzazione di due nuovi impianti le cui autorizzazioni sono oggetto di un bando da parte del procuratore fallimentare della Bracciano Ambiente che andrà all’asta il prossimo 21 novembre. Avete avuto un incontro in Regione. Cosa è emerso e vi sentite soddisfatti delle rassicurazioni dell’assessore regionale Buschini? Il curatore fallimentare della Bracciano Ambiente ha il compito di recuperare più risorse economiche possibili data la circostanza di fallimento, lo si evince, in particolare, entrando in discarica; l'impressione è quella dell'abbandono, non c'è elettricità perché non si pagano le bollette e di conseguenza niente luce né videosorveglianza, vi si accede solo per svuotare, una volta piene, le vasche del percolato. Non c'è un minimo di programmazione di messa in sicurezza e bonifica del sito perché non ci sono più le risorse economiche. Ricordiamo che nel contratto d'affitto stipulato tra l'Università Agraria e la Bracciano Ambiente si legge che, una volta terminata l'attività , il sito va ripristinato e restituito al proprietario così come gli è stato concesso. Decidere di mettere all'asta gli impianti, dopo due gare andate deserte, rientra nei compiti del curatore ai quali non possiamo opporci ma a noi preme far emergere alcuni aspetti di estrema importanza. Primo tra tutti, la proprietà dei terreni che non è della fallita Bracciano Ambiente ma dell'Università Agraria di Bracciano. Su quelle terre insistono numerosi vincoli , Usi Civici, ZPS, archeologico e paesaggistico. Il nostro incontro con Buschini può tranquillamente definirsi negativo; abbiamo riscontrato, da parte dell’assessore ed anche da chi lo accompagnava, un atteggiamento poco chiaro e di attesa degli eventi (forse le prossime elezioni?) a dimostrazione che purtroppo siamo prigionieri di una classe politica poco attenta ai bisogni e alle aspettative dei cittadini. La nostra richiesta di revoca dell'AIA non è stata accolta facendo prevalere la necessità di evitare incidenti diplomatici su quella di tutelare una comunità. Il nuovo Piano regionale Rifiuti, preannunciatoci nel corso dell'incontro e che dovrebbe arrivare in Consiglio prima della fine della legislatura, sembra indirizzato sui grandi impianti che noi abbiamo sempre contestato. Inoltre non sembra che la Regione abbia idee nuove sui sistemi di smaltimento. Il modello è sempre quello del famigerato “ecodistretto” con centrale a biogas/biometano per l’organico e impianto TMB con produzione di combustibile da bruciare (o da far bruciare a enti terzi) negli inceneritori, nei cementifici o nelle centrali abilitate. Guarda caso, proprio i tipi di impianti autorizzati a Cupinoro. Di recente avete mosso un attacco all’Università Agraria di Bracciano, colpevole a vostro avviso di non aver adottato un documento ufficiale che si oppone alla ipotesi di nuovi impianti. Cosa chiedete in particolare all’Università Agraria di Bracciano? Riteniamo che l'Università Agraria abbia un ruolo chiave in questa vicenda e, proprio per questo, abbiamo presentato un esposto al Commissario agli Usi Civici nell'Aprile 2014. L'ente è proprietario, insieme ai cittadini soci, dei terreni incriminati, sostiene di essere da sempre contrario allo sviluppo dell'industria della mondezza a Bracciano, ma in realtà non si è mai opposto formalmente a tale ipotesi. L'Università Agraria non ha mai preso parte alle conferenze dei servizi che si sono tenute in Regione per l'approvazione dell'AIA relativa agli impianti. In quelle riunioni l'unico ente pubblico che ha difeso il nostro territorio è stato il MIBACT; noi contestiamo all'Università Agraria la totale assenza in questa vicenda ed ora esigiamo una seria presa di posizione ufficiale. A noi non interessa pagare le conseguenze di una cattiva gestione del patrimonio. Poi potremmo dilungarci sulle enormi potenzialità che potrebbero offrire le terre intorno a Bracciano gestite dall’ente e che invece in alcuni casi vengono cedute definitivamente a privati dimenticando il vincolo di uso civico che ne dovrebbe vietare la vendita. Ci meraviglia che consulenti legali ed esperti di uso civico pagati da anni abbiano potuto permettere tutto ciò e anzi ci preoccupa l’idea che questo potrebbe ripetersi anche per la zona di Cupinoro. Attendiamo fiduciosi che una amministrazione degna di tale nome finalmente intraprenda tutte quelle iniziative utili a valorizzare il territorio gestito per conto dei cittadini di Bracciano. Speriamo inoltre, per quanto riguarda il Quarto di Santa Lucia, che le Istituzioni militari provvedano alla bonifica dei terreni e non solo alla loro riconsegna Nel corso dell’incontro presso il Comune di Bracciano tra gli altri ha preso la parola Tirabassi, consigliere di minoranza dell’università Agraria di Bracciano e già raggiunto da provvedimenti giudiziari nei primi anni Novanta per Braccianopoli relativa a tangenti proprio per la discarica di Cupinoro allora gestita dalla Silef e poi finiti con una sentenza di prescrizione. Come vi ponete rispetto a Tirabassi oggi? Pensiamo di conoscere la vicenda di Cupinoro a fondo, perché purtroppo la seguiamo con scrupolosa attenzione sin dal 1991, per poter analizzare colpe e meriti di chi l'ha gestita. Certamente chi ha voluto accettare nel 1991 che Bracciano divenisse sede di discarica ha colpe immense come chi in quel periodo protestava per poi, improvvisamente, cambiare parere. Possiamo tranquillamente affermare che chiunque abbia messo le mani sulla gestione di Cupinoro dal 1991 ha sicuramente responsabilità enormi. Certamente sarebbe utile che tutti conoscessero la storia poco onorevole che ha coinvolto a vario titolo le istituzioni nella vicenda Cupinoro e soprattutto chi ha permesso fino al 2004 che un signore bergamasco potesse disporre del territorio a suo piacimento senza produrre uno straccio di garanzia e con rapporti sicuramente poco chiari con i vari “signori della monnezza” che imperversavano nell’intera nazione. Abbiamo montagne di documenti e probabilmente cercheremo di sistemarli in modo da metterli a disposizione della comunità. Nel frattempo però sarebbe utile che chi pensa di poter ancora operare nell’ombra, magari cercando operazioni poco trasparenti, faccia un passo indietro nell’interesse di tutti . Nel corso della campagna elettorale tutti e sei i candidati in campo si sono opposti a nuovi impianti di smaltimento a Bracciano (a dire il vero il candidato Tellaroli ha mostrato una certa apertura se non a Cupinoro). Come giudicate l’operato del sindaco Tondinelli riguardo il caso Bracciano Ambiente e i successivi atti? In realtà non tutti i candidati si schierarono per la chiusura definitiva di Cupinoro. Nel programma del candidato Tellaroli si parla di un impianto di selezione dei rifiuti (TMB) con vocazione esclusiva al recupero di materia per riutilizzo industriale (definizione che esclude la produzione di combustibile e l’incenerimento) e viene espressa contrarietà alle centrali a biogas. Nel programma del candidato Testini non c’è un’opposizione di principio alla realizzazione degli impianti (però ci si riferisce anche qui a un TMB senza produzione di combustibile). Purtroppo nell'avviso di asta pubblica il riferimento alla produzione di combustibile del TMB è incontestabile. E nessuno ci dice, anche se in seguito l’impianto non fosse autorizzato a produrre combustibile, che fine farebbero i rifiuti non riciclabili. Sulla Bracciano Ambiente occorrerebbe capire quanti dei politici che hanno governato questo paese hanno veramente creduto nelle potenzialità dell'unica risorsa produttiva del territorio. Noi abbiamo sempre pensato ed espresso la nostra visione di ciò che avrebbe potuto essere e fare la Bracciano Ambiente ma la storia ci parla di amministratori sordi che hanno legato il destino della società e, purtroppo dei lavoratori, all'industria del rifiuto. Voi ed altri cittadini avete promosso ricorsi amministrativi ancora pendenti. A che punto sono questi procedimenti? Abbiamo impugnato il rinnovo l'AIA, l'appello alla sentenza non definitiva e a quella definitiva è pendente al Consiglio di Stato. E' pendente avanti al TAR il ricorso sul capping. E' inoltre pendente avanti al TAR la nomina del commissario ad acta. Qual è il modello di gestione dei rifiuti al quale vi ispirate? Il modello rifiuti zero basato sul riciclo e sul recupero di materia, che escluda quindi il recupero energetico – da sempre causa di inquinamento e sperpero di denaro pubblico. Intanto però, a livello nazionale, Renzi con lo Sbocca Italia decide di continuare con la politica dell'incenerimento, mortale e desueta, e spingere la grande truffa del biogas/biometano. Ecco a nostro avviso i punti fondamentali della gestione dei rifiuti: riduzione all’origine, raccolta differenziata spinta, compostaggio aerobico della frazione organica in piccoli impianti o compostiere di comunità, riciclo, riuso, tariffazione puntuale. 7) Avete più volte messo in risalto le criticità di un impianto di compostaggio anaerobico rispetto a quello aerobico. Quali sono le differenze e gli impatti sulla salute e sull’ambiente? Ci permettiamo di correggere la domanda: il compostaggio anaerobico non esiste. Il compostaggio è soltanto aerobico, in presenza di aria. L’altro processo si chiama digestione anaerobica e viene svolto nelle centrali a biogas/biometano, chiamati anche biodigestori. Tramite il compostaggio si produce il compost, utilissimo in agricoltura. Tramite la digestione anaerobica, viene prodotto gas e digestato che invece sparso nei campi provoca inquinamento delle falde acquifere e il diffondersi di patologie quali il botulismo. L’unica utilità delle centrali a biogas/biometano – industrie insalubri di prima categoria – è solo per gli imprenditori, a causa dei forti incentivi sull’energia prodotta. Il neologismo ‘compostaggio anaerobico’ è stato coniato per confondere i cittadini in occasione del lancio del digestore di Scampia, e poi prontamente adottato dalla Regione Lazio e da altri. Quali sono le vostre prossime iniziative nella battaglia per lo stop a Cupinoro? I nostri prossimi atti saranno rivolti al sindaco e alla sua maggioranza ai quali chiediamo una delibera di Consiglio Comunale con una dichiarazione di totale contrarietà a qualsivoglia sviluppo di Cupinoro e contestualmente all'Università Agraria alla quale chiederemo di deliberare la loro contrarietà alla cessione dei terreni per lo sviluppo dell'industria della mondezza. Attenderemo l'esito dell'asta sugli impianti e metteremo in campo le azioni legali del caso. Come vi ponete rispetto all’imminente bando per il servizio, oggi in proroga, di raccolta rifiuti che il Comune di Bracciano dovrà bandire? Per quanto ci riguarda e come si evince dalle risposte precedenti chiediamo un bando che preveda una raccolta differenziata spinta tale da consentire il recupero massimo e il riuso della materia, si può ragionare sull'ipotesi avanzata dal sindaco di Cerveteri sulla realizzazione di un impianto di compostaggio aerobico comprensoriale ma siamo contrari a mega impianti. Esistono, infatti, ottime soluzioni con l'utilizzo di piccole compostiere di comunità. Altra condizione indispensabile è l'applicazione della tariffa puntuale che rappresenta un grosso incentivo alla minor produzione di rifiuti perché alla fine il miglior rifiuto è quello non prodotto. Chiediamo, infine, all'Amministrazione, garanzie sulla possibilità di ricollocare, a livello lavorativo, i lavoratori della fallita Bracciano Ambiente. Graziarosa Villani ©Riproduzione Riservata

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