venerdì 22 dicembre 2017

Istituzioni, Regione Lazio ed Acea al capezzale del lago di Bracciano

“Nei prossimi giorni o, al più tardi entro la fine di gennaio, la Regione Lazio dovrebbe emettere la determinazione che di fatto bloccherà ogni captazione dal lago di Bracciano. Sono infatti questi gli impegni assunti dalla Regione Lazio nel corso del secondo incontro del tavolo istituzionale chiamato a decidere sul lago”. E’ quanto scrive Bracciano Smart Lake in una nota. L’incontro si è tenuto il 20 dicembre 2017. “I funzionari regionali – dichiara ancora la nota - hanno confermato la prossima pubblicazione di una determina che andrà a colmare il vuoto determinato” dal termine disposto dalla sentenza del Tribunale Superiore delle Acque Pubblico fissato al 31 dicembre 2017, circostanza che consentirebbe ad Acea di captare fino a 5mila litri al secondo come da concessione. La Regione ridefinirebbe l’impiego del lago di Bracciano all'interno del sistema idrico regionale: “non più come compenso regionale così come è stato impiegato fino ad oggi – scrive Bracciano Smart Lake - , ma come riserva strategica. Le acque del lago potranno cioè essere prelevate e immesse nella rete idrica solo in caso di eventi catastrofici che mettano fuori gioco le altre sorgenti e in particolare il Peschiera. Anche in questo caso per poter aprire le paratie, Acea dovrà comunque essere autorizzata a farlo da uno specifico atto da parte della Regione”. La riunione ha inoltre deliberato e finanziato l'installazione negli impianti Acea di Castello Vici di un misuratore di portata i cui dati saranno resi pubblici. Il misuratore sarà istallato dal Parco per un costo complessivo di 28.000 euro”. "La soluzione proposta - spiegano le istituzioni lacustri - va nella direzione da noi auspicata che è quella della interruzione definitiva delle captazioni”. Mentre la riunione del tavolo era in corso a Palazzo Valentini si è svolta la riunione della Conferenza dei Sindaci dell'ATO2. Nel corso della riunione è stata confermata la persistenza dello stato di crisi idrica con una situazione di grande sofferenza da parte di tutte le risorse idriche del territorio. La Conferenza ha quindi dato il via a una serie di interventi che permetteranno di recuperare diverse risorse attraverso opere di riqualificazione degli impianti esistenti. Tra questi anche un diverso utilizzo dell'acquedotto Paolo, che a quanto si deduce da alcuni documenti tornerebbe ad alimentare le fontane e i giardini del Vaticano. L’impiego del lago come fonte di approvvigionamento ordinaria e non come riserva strategica d’emergenza come da concessione è uno degli elementi fondamentali dell’azione avviata dal Comitato per la Difesa del Bacino Lacuale Bracciano-Martignano con la denuncia ad aprile scorso alla Procura di Civitavecchia. A confermare l’impiego fuori concessione è lo stesso presidente di Acea Ato 2 Sandro Cecili. In particolare nella riunione della conferenza dei sindaci di Acea Ato 2 del 27 novembre scorso Cecili fa alcune affermazioni specifiche riportate nel verbale. “Come sapete tutti il Lago di Bracciano è praticamente chiuso, il prelievo è chiuso ormai sostanzialmente in via definitiva dal 14 settembre, al di là di un piccolo periodo di dieci giorni, è sostanzialmente da agosto che non si prende più, se non ricordo male dal 12 agosto, poi con un breve intervallo all’inizio di settembre. Quindi quella riserva strategica, che rimane come riserva strategica del servizio idrico integrato, praticamente ce la teniamo soltanto per eventi “catastrofici”, non per la gestione ordinaria”. La decisione, o meglio il dietro front, è quindi di Acea, ma ciò implica, come denunciato, il mancato rispetto della concessione del 1990. Quanto agli interventi la segreteria tecnico operativa della Conferenza dei Sindaci Ato2 il 27 settembre 2017 in un documento, a firma del dirigente Alessandro Piotti, individua tre priorità. “ACEA ATO 2 ha individuato questi tre interventi come prioritari al fine di aumentare la disponibilità idrica di Roma (ricordo che la interconnessione degli acquedotti fa sì che assicurare una maggiore portata per Roma consente di trasferire risorsa agli altri Comuni dell’ATO): adeguamento dell’impianto di trattamento esistente a Grottarossa al D.Legisl. 31/2001 e suo collegamento alla rete esistente (500 l/s), utilizzando così questa portata prelevata dal Tevere ai fini potabili; adeguamento del depuratore CoBIS al DM 185/2003 e collegamento al vecchio Acquedotto Paolo (250 l/s), servendo così i giardini del Vaticano con quest’acqua e non più con quella di Grottarossa; impianto di affinamento di una portata di 300 l/s del depuratore di Roma Nord al DM 185/2003 e collegamento con la rete non potabile esistente. Questi tre interventi sono ricompresi tra gli interventi a breve termine ipotizzati da ACEA ATO 2 e proposti al Commissario dell’emergenza idrica per essere inseriti nel previsto piano emergenziale non tanto per ottenere un finanziamento ma quanto per poter usufruire dei poteri straordinari del commissario per l’ottenimento delle autorizzazioni necessarie per la realizzazione delle opere”. Graziarosa Villani RIPRODUZIONE RISERVATA

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