martedì 6 febbraio 2018
Differenziata Anguillara: Bianchini e Stronati contro l’annullamento del ritiro sfalci e potature
Sul servizio di raccolta differenziata ad Anguillara l’opposizione incalza e non ci sta al baratto deciso dalla giunta Anselmo dell’estensione del porta a porta con l’eliminazione della raccolta di sfalci e potature. In un circostanziato documento evidenziano le ragioni per le quali ciò non è necessario e sottolineano come tutto ciò vada a ricadere sulle tasche dei cittadini. Sostanzialmente si evidenzia che l’estensione del servizio di raccolta sfalci era già oggetto di un accordo preso con la ditta CNS-Coop 29 giugno che effettua il servizio. “La scelta di “barattare” la raccolta degli sfalci/potature con l’estensione del porta a porta su tutto il territorio, è decisamente incomprensibile nonché un evidente danno che ricade sulle spalle dei cittadini” spiegano Silvio Bianchini ed Enrico Stronati nella nota congiunta. “E’ abbastanza logico ipotizzare che l’eliminazione del servizio di raccolta domiciliare degli sfalci/potature comporterà la riduzione del quantitativo correttamente conferito di questa frazione. La raccolta degli sfalci non è stata mai oggetto di “baratto” bensì, - ribadiscono - con l’accordo del luglio 2015, venne concordato un suo potenziamento (da 734 utenze previste dal progetto, poi ampliate a circa 1500 ed infine ulteriormente ampliate a 2500 e oggi a 3000 su circa 9000 utenze domestiche). Auspichiamo – aggiungono - di essere smentiti e spereremmo in un comportamento virtuoso di tutti i circa 3000 cittadini che, oggi, si vedono ritirare a domicilio il bidone azzurro e che, domani, si recheranno all’isola ecologica per conferire gli sfalci/potature. Ma sappiamo, per esperienza, che ciò non accadrà per tutti. Non tutti si adegueranno. Ne consegue che chi non si adeguerà, porrà in essere modalità diverse per smaltire i residui delle operazioni di sfalcio e potature del giardino. Se abbandonerà i sacchi in strada, cosa che condanniamo nel modo più assoluto, questi – se rimossi dagli operatori – finiranno tra i rifiuti indifferenziati, aumentando la quantità di questi ultimi, i cui costi, sino alla soglia delle 3000 tonnellate/anno, saranno sulle spalle dei cittadini. La decisione oggi assunta dall’amministrazione dimostra, invece, che a circa due anni dall’insediamento – concludono Bianchini e Stronati - non si ha ancora contezza di come stanno le cose o, forse, non si hanno le capacità per gestirle”. RIPRODUZIONE RISERVATA
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