giovedì 19 ottobre 2017

Fermiamo Cupinoro punta il dito contro l’Università Agraria pronta a smontare le accuse

Anche in questa fase Cupinoro si conferma la discarica della discordia. Questa volta nel mirino c’è la decisione del curatore fallimentare di mettere all’asta le autorizzazioni ambientali per due impianti. Si tratta di un tesoretto che il curatore vorrebbe incamerare per far fronte ai debiti della fallita Bracciano Ambiente. L’asta è fissata per il 21 novembre prossimo. Contro l’eventualità di un nuovo corso per Cupinoro si è formato un movimento ampio che unisce comitati ed istituzioni. All’assemblea che si è tenuta al Comune di Bracciano il 17 ottobre si è fatto il punto della situazione. Sotto accusa è finita, questa volta, l’Università Agraria di Bracciano proprietaria dei terreni. A puntare il dito contro l’ente che gestisce un patrimonio collettivo di oltre 2mila ettari il comitato Fermiamo Cupinoro. Ma l’Università Agraria, da noi sentita, è pronta a smontare le accuse punto per punto e sta predisponendo una dettagliata replica al riguardo. La posizione di Fermiamo Cupinoro è chiara. In una nota ha riassunto il senso dell’incontro. “All’importante assemblea hanno partecipato oltre a movimenti, comitati e associazioni, anche i rappresentanti istituzionali dei Comuni (Bracciano, Ladispoli, Cerveteri, Anguillara, Trevignano Romano, Manziana e Canale Monterano) per dire un no secco alla Regione Lazio e al curatore fallimentare della Bracciano Ambiente dottor Sirleo al progetto di costruzione degli impianti previsti di Trattamento Meccanico Biologico da 130.000 t/anno e impianto Biogas da 33.000 t/anno. Unica grande assente – commenta in una nota il Comitato - l'Università Agraria di Bracciano, proprietaria dei terreni su cui dovrebbero sorgere gli "eco"-mostri. Nel corso dell'assemblea – si legge nella nota - si è appreso che sembrerebbero già stati stipulati accordi tra l'Ente e il curatore fallimentare della fallita Bracciano Ambiente che avrebbero pattuito, per l'affitto dei terreni, la cifra di 296.000 €/anno. Chiediamo all'Università Agraria di Bracciano – dice il Comitato - di esprimersi con chiarezza e trasparenza rispetto alla decisione che dovrà necessariamente prendere laddove l'asta venga aggiudicata e i permessi per realizzare gli impianti fossero validi”. La smentita già anticipata da parte dell’Università Agraria non si farà attendere. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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